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5C Balducci

UNA VALIGIA PIENA DI...

Descrizione del percorso:

Questo articolo è frutto di un lavoro di scrittura collettiva alla conclusione di un percorso di storia, educazione civica ed arti per la cittadinanza che ci ha accompagnato da gennaio fino ad ora.

Sintetizzare un lavoro di mesi non era facile. Da un brainstorming collettivo siamo passati a scritture individuali fino alla sintesi.

Il percorso svolto con la classe 5C si inserisce all’interno di un’esperienza formativa con l’Università di Firenze che vede coinvolti alcuni insegnati dei tre ordini di scuola.

Il titolo dell’unità didattica è il seguente: Per fare una scuola ci vuole una città e forse non basta. Storie e parole di cittadinanza per scuola secondo Costituzione.

La valigia è stato lo strumento nel quale i ragazzi trovavano settimanalmente materiali diversi su cui lavorare.



Una valigia piena di…

In classe nostra c’è una valigia di cartone vecchia e polverosa. Per noi, per la nostra classe, è importantissima. Non è una valigia normale. È una valigia che non contiene abiti, non conserva il necessario per un viaggio…o forse sì.


La apriamo una volta alla settimana ed aspettiamo, con il cuore pronto, di scoprire quale sia il contenuto, ogni volta diverso, fatto di foto, documenti, testi, testimonianze da scoprire, leggere, comprendere, accogliere.


È una valigia che contiene storie. Storie di altri Paesi, raccontate dalla voce di altri compagni e dei loro familiari. Storie del del nostro territorio che ci hanno portato a conoscere luoghi ed episodi dolorosi che hanno segnato la vita di molti: i moti del pane del 1898, la strage del Collegino dell’8 febbraio 1944, accompagnate dai ricordi di tanti familiari e segnati a memoria con monumenti e luoghi che ne portano il nome. Ci sono storie che si tramandano da generazioni. Ci sono storie che diventano tue, diventano tua memoria sin dalla prima volta che le hai ascoltate.


È una valigia ricca di libri. Libri letti insieme, letti a voce alta, letti da soli ma condivisa. Storie che ci accompagnano in altri luoghi, in altri tempi, in altre vite, ci portano a mettersi nei panni degli altri. I libri possono parlare, hanno il diritto di parola Il vuoto alla finestra di G. Arnetoli ce lo ha dimostrato.


Noi abbiamo di diritto di parola: parole dai testi e parole nostre nei testi, sui quaderni, sui cartelloni, nelle conversazioni. Parole, non divise, non moschetti, visti con i nostri occhi sulle vecchie pagelle e sui vecchi libri e quaderni degli anni ’30.


È una valigia piena di parole. Le parole sono incredibili, hanno origini antiche, lontane, ma spiegano e descrivono il passato, il presente e possono disegnare il futuro. Sono parole come solidarietà, etica, collaborazione, democrazia, libertà, guerra, dittatura, pace.


“l’Italia ripudia la guerra” è quello che dissero e scrissero le madri e i padri costituenti nel 1948 alla fine di una delle guerre più catastrofiche che ha segnato la storia dell’Italia. Sono passati più di 70 anni, ma non abbiamo ancora capito che la guerra porta morte e distruzione: il conflitto tra Russia e Ucraina, con tutti gli altri conflitti nel mondo. Per questo la Costituzione ci chiede che ciò che è accaduto non si ripeta.


C’è la parola musica. La musica racconta tutto, racconta guerre, emozioni, storie vissute, dice come sei e come vorresti essere. C’è musica dappertutto. Le parole della Costituzione sono musica. Ci sono tanti intrecci, tanti ricordi.


In questa valigia c’è la scuola. La scuola non è solo il posto dove siamo noi. Può essere il posto dove sono stati nonni e bisnonni, sotto il regime fascista, le pagelle ed i loro ricordi parlano, c’è la scuola del dopoguerra, ci sono le scuole nelle baracche, le scuole nelle stalle, le scuole in case donate perché altrimenti qualcuno a scuola non ci andava. Ci sono le scuole fatte da bambini che prima di andarci andavano a lavorare nei campi o nella stalla, fatte da bambini che parlavano in dialetto, ci sono state scuole nei fondi di negozio. Ci sono le scuole dei nostri genitori, fratelli, sorelle. Le città si allargano, crescono, costruiscono scuole come la nostra. Ci sono scuole tanto diverse in Cina, in Camerun, in Perù.

Ci sono esperienze di scuola speciali, nate per garantire il diritto all’istruzione per tutti, in luoghi improbabili, forse le più belle, come quella di Barbiana, con Don Lorenzo Milani, frequentata da Giuseppe, il nonno di uno di noi.


La scuola è un diritto e grazie alla Costituzione ci andiamo tutti, proprio tutti.


Questa valigia esiste. La trovate in classe nostra. Però, pensandoci, questa valigia ed il suo contenuto, li portiamo con noi. Buon Viaggio!


5C Balducci















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